Il Culto di San Rocco

STATUA DI SAN ROCCO, CERAMICA ABRUZZO
SAN ROCCO NELLA GROTTA (CERAMICAPETOLA)

L'Abruzzo è terra di antichi riti, tradizioni, santi e viandanti. Non vi è paese o borgo dove attorno ad una chiesetta, edicola o luogo naturale non sia nata una ritualità sacrale che molto spesso, affondando le proprie radici nella notte dei tempi, si ricolleghi direttamente ad antichi culti pagani e alle forze della natura. Roccamontepiano, piccolo centro pedemontano della Majella, ne racchiude una molto sentita. 

Qui, l'abbondante presenza di acqua con numerose sorgenti, ruscelli e torrenti, essa rappresenta la forza, la purezza ed il sostentamento delle sue genti. Elemento di vita e rigenerazione, non viene vissuta con sacralità solo dai suoi roccolani ma è diffusa l'usanza, per diverse decine di migliaia di persone di tutto il territorio teatino-pescarese, di recarsi a bere, bagnarsi e raccogliere la "miracolosa acqua" che sgorga nella grotta di San Rocco e che alimenta anche l'annessa fontana. 

Il culto è legato, indissolubilmente, al santo pellegrino Rocco, il protettore dalla peste e dei mali incurabili. Leggenda vuole che il santo, in viaggio verso e da Roma si fosse rifugiato nell'antica Rocca, tenimento della potente famiglia patrizia dei principi Orsini. Le festività di ferragosto dell'Assunta e San Rocco sono diventate così l'occasione di tanta devozione molto popolare e diffusa tra i credenti. 

Qui, già dal 1600, esisteva una chiesa dedicata al santo francese che visse a cavallo del 400. Figlio di una nobile famiglia di Montpellier decise, alla morte dei genitori, di donare tutto ai poveri e partire pellegrino verso la tomba di San Pietro. Lungo la sua strada incontrò il terribile flagello della peste. Non curante di rischi a cui poteva incorrere si mise a disposizione dei malati appestati per aiutarli nelle cure.

La storia di Rocco è raffigurata nell'iconografia classica con un cagnolino con un pane in bocca. Una leggenda locale vuole che il giovane Rocco dimorò nella grotta che oggi è venerata è ritenuta miracolosa. Egli sopravvisse grazie alle cure amorevoli di un cane che rubava quotidianamente dalla mensa del padrone un pane e che portava al povero pellegrino.

Tra leggenda e devozione popolare il paese, il santuario, la grotta e la fontana vengono letteralmente presi d'assalto dai fedeli proprio in questi giorni per ottenere così l'assicurazione e la protezione del santo per tutto l'anno. Molti sono i devoti che acquistano il tipico boccale il ceramica con dipinta l'effige stilizzata del santo e l'anno della visita. La processione serale del 16 agosto viene accompagnata dalle conche devozionali fatte fiori di carta e allestite dalle ragazze del paese.

Processione e statua di San Rocco

Conchiglia del Pellegrino

Conchiglia del pellegrino San Rocco
Conchiglia del Pellegrino

  

La conchiglia del pellegrino riprodotta per onorare SAN ROCCO.

Sul calco del reperto archeologico, rinvenuto nel 2011,

l'immagine del Santo...

In occasione dei solenni festeggiamenti di San Rocco (dal 8 al 16 agosto), abbiamo riprodotto  la capasanta (conchiglia), rinvenuta in località Sant'Angelo durante alcuni scavi.
La conchiglia era ed ancora oggi, è il segno distintivo dei pellegrini ed essa contraddistingueva i viandanti che si recavano a piedi nei luoghi di culto.
Oltre a questo segno essa aveva anche un aspetto pratico, serviva in effetti per raccogliere l'acqua per bere presso sorgenti e torrenti durante i lunghi cammini.
Il ritrovamento, all'interno della sepoltura medievale di un giovane della apparente età di 15-16 anni vissuto tra il XIV° e XV° secolo, ha consentito a diversi studiosi di attestare la presenza sul territorio di Roccamontepiano di pellegrini provenienti lungo l'asse tratturale pedemontano l'Aquila-Gargano-Brindisi e da questo verso Roma.
Sul calco dell'originale conservata presso la Sovraintendenza ai Beni Archeologici,  abbiamo  reso omaggio a San Rocco con l'immagine riportata sul dorso.
Il Santo pellegrino francese la cui leggenda lo vuole di passaggio a Roccamontepiano, durante il suo lungo peregrinare, porta sulla statua custodita nel santuario roccolano due capesante che primeggiano sulle spalle.
Insomma, mai la storia ufficiale si è avvicinata così tanto alla leggenda popolare che porta ogni anno centinaia di migliaia di fedeli a recarsi alla grotta, alla fontana e alla chiesa dedicata al santo in occasione delle festività che si celebreranno con tanti eventi, gastronomia e notti bianche.